"la famosa posizione originaria di John Rawsl […] immagina in gruppo di uomini e di donne che si uniscono per stipulare un contratto sociale […] uomini e donne con gusti normali, talenti, ambizioni e convinzioni, ma ciascuna di esse è temporaneamente all’oscuro di tali caratteristiche della propria personalità, e deve accordarsi su un contratto prima di tornare ad avere questa consapevolezza"
(R. Dworkin, Giustizia e diritti, in M. Ricciardi (ed.), L’ideale di giustizia. Da John Rawls a oggi, Università Bocconi Editore, Milano, 2010, p. 69)
Ecco qua la finzione ideale della più "robusta" teoria della giustizia ...
Solo che immaginare una situazione così e così nulla dice sulla o in nulla può garantire dalla mancata cooperazione di singoli associati (free rider) o sulle inevitabili distorsioni e disfunzioni della società politica, sotto ogni aspetto un sistema complesso, e per numero di associati e per livelli di funzionamento ...
Peraltro, è davvero razionale optare per una determinata serie di principi politici fondamentali a partire dall'ipotizzata situazione originaria? Dworkin non è di questa idea, e meno ancora lo sono Sen e Nussbaum ... come a dire che Rawls ... beh, lascio che finisca tu, lettore, la frase ...
(immagine tratta da: http://www.thewatchdogonline.com/wp-content/uploads/2012/11/john_rawls.jpg)
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