"La scuola viene così vista
sotto due aspetti: in primo luogo come organizzazione dello Stato, e, quindi,
il capo di istituto è un funzionario dello Stato, è un terminale della
gerarchia che dal centro, il Ministero, passa per gli organi periferici
(regionali e provinciali) dell’amministrazione, per finire nella scuola. In
secondo luogo, la scuola viene vista come formazione sociale, come comunità
democratica ‘curata’ da un corpo professionale, gli insegnanti e il capo di
istituto, quindi, è il primus inter pares degli educatori. È solo in
seguito alla riforma dell’autonomia che il capo di istituto diviene dirigente
dello Stato come gli altri dirigenti pubblici"
(R. Serpieri, Senza
leadership: la costruzione del dirigente scolastico. Dirigenti e autonomia
nella scuola italiana, Franco Angeli, Milano, 2012, pp. 30 – 31)
L'annosa questione degli ultimi decenni: il dirigente scolastico è uno school manager, un capo ufficio, un educatore un po' più in alto di tutti gli altri o solamente un gestore delle risorse umane e materiali concessegli?
Non possiamo saperlo, ne conosciamo, ed esperiamo, sovente nostro malgrado, la discrezionalità operativa e gestionale della sua funzione, certamente di grado superiore alla nostra!
(url immagine: http://www.simulazione.net/wp-content/uploads/2011/03/dirigente_scolastico.jpg)
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