"Nella
nostra scienza moderna siamo tanto abituati alla granitica «bivalenza»
vero/falso, un aut-aut rigido dominato dal principio di non contraddizione
e dal principio del terzo escluso, che ci appaiono strani questi aspetti
vaghi e magmatici dell’uso arcaico di un termine cruciale quale la verità:
non tanto legata alla realtà concreta quanto alla memoria, non tanto opposta
alla menzogna o all’errore quanto all’oblio"
(L.
Borzacchini, Il computer di Platone. Alle origini del pensiero logico e
matematico, Dedalo, Bari, 2005, p. 67)
Parole che illuminano l'oscurità dello scavo nei presupposti della teoretica occidentale!
Può piacere, come non piacere, de gustibus non disputandum est, e tuttavia come non riconoscere l'assoluta nitidezza delle parole di Borzacchini?
E come non sorprendersi per la scoperta che gli usi antichi erano così radicalmente differenti dai nostri? E che, segnatamente, non erano affatto nitidi i rapporti antichi tra verità e menzogna ...
(url immagine: http://static.giardinaggio.org/fiori/significato-fiori/papavero-significato_NG4.jpg)
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