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martedì 15 gennaio 2013

Riguardo a "Roma ladrona" ...

"confluiscono in quel voto la congiunta crisi dell’identità nazionale e della subcultura cattolica e al tempo stesso il risentimento di strati sociali che si erano affermati negli anni ottanta e che sono costretti ora a ridimensionamenti e freni: «figli di un benessere minore», che nello Stato centrale («Roma ladrona») e nei suoi sprechi rovesciano la colpa prima di difficoltà e ingiustizie. E all’appartenenza territoriale si aggrappano, cercandovi radici smarrite e antidoti rassicuranti al disagio e allo spaesamento"


(G. Crainz, Autobiografia di una Repubblica. Le radici dell’Italia attuale, Donzelli, Roma, 2009, p. 177)




Se questo era vero per la crisi degli anni '80, dopo il '92, e ancor più oggi, dato che tutti ripetono il mantra della crisi, cosa dovremmo dire? O, meglio, cosa possiamo legittimamente aspettarci dalla crisi della (post-)politica? 


Questo è, a tutti gli effetti, un interrogativo che brancola nell'oscurità, una domanda inquietante costitutivamente aperta per i nostri (poveri) figli!

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